L' Occitano
Ultima modifica 22 febbraio 2024
La Lingua Occitana
Il termine Occitania venne coniato nel 1290, per definire l’insieme dei territori in cui veniva utilizzata lalingua d’oc (idioma alternativo alla lingua d’oïl e a quella del sì).
La storia di questa lingua è molto antica e va fatta risalire ai primi contatti e influssi ellenici che interessarono quest’area (che si può definire delimitata dal Mediterraneo, dai Pirenei, dall’Atlantico, dal Massiccio Centrale e dalle montagne del Delfinato).
Prepotenti furono successivamente gli influssi dell’espansione dei romani in Gallia: il latino si insinuò fortemente nella lingua occitana, modificandola soprattutto dal punto di vista verbale.
Le invasioni barbariche del V e VI secolo portarono altri influssi minori.
I primi scritti in lingua occitana si ritrovano nel 900 d.C., e i primi versi dei troubadours nel 1100.
Dal 1100 al 1200 la lingua occitana si diffuse in tutta Europa affascinando anche molti poeti italiani e francesi.
Una delle forti componenti della cultura occitana era la strenua contrapposizione al potere cattolico: circostanza che determinò forti rivalità con il papato e la corona francese. Lo scontro fu reso più aspro dal concatenarsi del movimento eretico càtaro con lo spirito di autonomia culturale occitano.
Il “cuore ribelle di Francia” divenne allora un pericolo che la monarchia non esitò a togliere di mezzo, indicendo una vera e propria crociata contro i Càtari.
Nel corso del 1400 molti intellettuali occitani continuarono a scrivere opere nella loro lingua madre, definitivamente bandita dal re di Francia Francesco I nel 1539. Da questa data la lingua occitana vennedegradata al ruolo di parlata regionale e catalogata dai linguisti francesi come patois in senso dispregiativo.
Fu grazie al poeta Fréderic Mistral che, nella seconda metà dell’800, la lingua occitana riacquistò la suadignità, potendo “risorgere ” durante tutto il corso del ‘900.